Monday 23 March 2020

RUOTE CRUDELI


Laghu B. Txt 508, 511-512 "Sebbene la grandiosa Gokula, l'essenza di Mathura, sembri un'area limitata, si espande e si contrae secondo i passatempi di Krsna."

"Secondo la particolarita' dei passatempi, i vari luoghi si manifestano in modo consono e possono essere visti da coloro che partecipano a quel particolare passatempo e non da coloro che non ne hanno le qualita'."

"È stupefacente come queste forme del Dhama esistano simultaneamente di fatto senza mescolarsi l'una con l'altra".


krūra krūreti cakrūram

~ Gridando 'Crudele! Crudele!" schernirono Akrura ~



Sri Lalita Madhava - "Radha Sconvolta" : - "Scuotiti per un momento e guarda. 
Che sventura! 
Lo spietato Akrura sta spronando i cavalli."


Quando Krishna parte, Vrindavana si espande nella separazione di Navadvip e più tardi, dopo lunga separazione, si espande nell'estasi dell'incontro di Kshetra Dham (Jagannath Puri), perché la separazione non ha alcun significato in amore se non è seguita dall'incontro, dall'unione e di nuovo dalla separazione e in questo modo le onde dell'amore non fluttuano mai, piuttosto  si gonfiano sempre di piu' accrescendosi così eternamente.



Ero lì,
con gli occhi insonni
nessuno trattenne il sole
dal sorgere
quando i sussurri della notte 
divennero grida di pianto,
non udivo alcun suono
dal momento che il lamento
del mio cuore era più acuto,
ma la voce crudele
in quel torpore, si alzò
                 in una avversa preghiera,             (1)
e spronò i cavalli,
ed io svenni,
i miei braccialetti, vestiti, anelli
come petali su un fiore appassito,
scivolarono via,

Ero lì, 
stordita,
quel giorno all'alba
eppure non vidi l'orizzonte
ma gli zoccoli, il terreno
i cerchi, i raggi delle ruote,
crudelmente pronte,
la mia mano protesa disperata,
cerco' di afferrare, di trattenere, di fermare,
... ancora una volta ~ di toccare ...
perché non avevo avuto abbastanza
dei suoi abbracci fragranti
sul suo petto adorno di fiori e foglie,
né dei suoi fianchi danzanti, 
dei gesti delle sue mani
invitanti,
né del suo respiro canforato,
né i miei occhi avevano avuto abbastanza
dell'amore penetrante del suo sguardo,
della sua pelle spalmata di sandalo 
e striata di sudore, 
né della dolcezza
delle sue labbra rosse-lampone,
né delle sue parole, 
dei suoi scherzi impudenti di amore,
no, no,  non avevo avuto abbastanza
dei boschetti nascosti, degli incontri segreti
delle notti al chiaro di luna,
Non avrei mai potuto averne abbastanza
di essere lì ...

ma ora ero lì,
chiamando, 
dietro a quelle spietate ruote,
le pietre e gli alberi si sciolsero
con le mie lacrime in torrenti,
mi accasciai 
con la mia ghirlanda non finita,
destinata a non adornare mai il suo petto.

Ero lì, 
straziata,
le ruote crudeli si mossero,
la distanza divenne insopportabilmente vera
           vidi la bandiera, la sua sagoma          (2)
dissolversi in veli di polvere,
                              "Tornerò"                          (3)
come ultima nota del suo flauto
risuonò 
e ancora echeggia
nel mio cuore, nei boschetti,
negli occhi furtivi tra i vicoli,
unico alito di speranza
per cui ancora oso
respirare.



1) SLM (Purnamasi) "... prima che Akrura salga sul suo carro e inizi a recitare preghiere di buon augurio per la sua partenza .."

2) SGS 5.4.37 "Finché si pote' vedere il carro, la sua bandiera o la nuvola di polvere che i cavalli alzarono galoppando, le gopi sbalordite rimasero immobili sul sentiero come figure in un quadro. Poi, ricordando le parole di Lord Krsna, divennero piene di speranza ".

3) SGS 5.4.35 "Ragazze, non piangete. Al tramonto tornerò."

Saturday 21 March 2020

IN GABBIA






Prasna Upanisad 4.9 "L'atma cosciente (jiva o anima individuale) da solo è colui che vede, tocca, ascolta, assaggia, sorride, pensa, conosce e agisce."




Quando guardo l'orizzonte
distante e profondo
nel cielo lontano,
dietro nuvole infiammate
mentre il sole tramonta,
sento questa gabbia attorno
e vorrei  volare via ~ libera,
vorrei allungare la mano
 e toccare l'infinito
laggiu’, oltre il blu,
eppure lo so
e’ anche in me.

Ma non posso pienamente
capire cosa sia,
anche se so che e’ il vero me,
quello che vede,
che desidera di essere libero,
e’ l'infinitesimale me, 
il divino
beato e luminoso
nella sola semplicita’  di essere,
senza peso, senza afflizioni,
cosi’ lo percepii in un sogno,
mentre camminavo in acque di gioia.

Lo so,
quel che e’ causa di questa esistenza
è radicato nell'anima, 
e’ il "me" eterno,
ma questa verità non riesco a percepirla
poiche’ sono in gabbia
imbastita in questa mentalità,
in pensieri  intessuti nell’ego,
in una realta’ intrinseca di dualità
intrappolata in questa vita,
ma lì,
da qualche parte,
impercettibile,
sono io, 
il Sé, confinato.

Solo quando svincolato
da credenze illusorie,
questo essere libero cosciente
allora vedra'
quel falso "me"
come un estraneo,  
come una testa
guarda il cappello
che le viene portato via
dal vento.        (1)

Questo  stormo di pensieri
si disperde nell’azzurro,
e una preghiera sale al Signore,
con il cuore chiedo
che Lui posi il suo sguardo su di me,
che mi rimuova le barre
del falso "Io",
che mi lasci un solo  vincolo
con Lui,
di amore.






1) SB 3.27.10 "Realizzando così la libertà dal falso ego, si dovrebbe vedere se stessi proprio come si vede il sole nel cielo."