Friday 16 November 2018

Il Canto di Pingala


https://www.youtube.com/watch?time_continue=
54&v=NMrRzDJ3Wuc
Uddhava Gita 2.28 "Ora, per favore, ascolta la canzone che canto' [Pingala] la prostituta ..."

Pingala è una prostituta. Ciò potrebbe sollevare la domanda del lettore su cosa si puo' ottenere ascoltando una poesia che descrive l'avidità e la vita miserabile di una prostituta, ma la storia di Pingala è raccontata da Lord Krishna ad Uddhava e gli Sastra così ci istruiscono su questo tipo di narrazione: Itihasa-samucchaya:   [SD 3.5.12  Comm.] "Quale risultato si può ottenere descrivendo la lussuria degli uomini lussuriosi e l'avidità degli uomini avidi, eccetto mandarli nell'oscurità di un pozzo? Nel Mahabharata, la lussuria e l'avidità sono descritte per purificare il cuore della gente, e sono inoltre condannati da storie con puro significato. Altrimenti, perché il Vyasa più misericordioso ed erudito ha descritto la lussuria e l'avidità, causa di condizionamento nella terribile esistenza materiale? "

Pingala è solo una delle sedici storie che un brahmana avadhuta racconto' a Re Yadu.
Ogni storia è una lezione sulla vita materiale e Krishna ripropone l'intera narrazione a Uddhava ~ nella sezione del Bhagavatam (11 ° Canto) chiamata "Uddhava Gita" ~ durante le sue ultime istruzioni prima di chiudere i Suoi passatempi sulla Terra. Pertanto e' così propizio e benefico  ascoltare ed imparare da questa storia.

L'ambizione di Pingala, causa del suo condizionamento e dei suoi implacabili desideri, la portano ad aspettare con ansia ogni notte sul ciglio della strada. La descrizione dello scorrere dei suoi pensieri e stato mentale rivelano l'ignoranza e la psicologia delle entità viventi nel mondo materiale, la mentalità delle anime attratte ed  intrappolate nei loro desideri e nella loro falsa identità (ego).

Dietro la sua ambizione di guadagnare ricchezza e di concedersi un piacere sensuale, c'e' un'ambizione più grande che e' la radice egoistica della vita materiale per cui tutti credono di essere gli artefici, come se fossero indipendenti da qualsiasi volontà superiore, accentrati sui propri desideri trascorrono questa vita umana servendo ciecamente  persone indegne e degradate, a loro volta incapaci di soddisfare i loro stessi desideri.

La jiva non ha energia da sola e solo quando arriva ad accettare la sua dipendenza dal Signore si avvicina a Lui per la bhakti.
È così che finisce la storia di Pingala, con la sua illuminazione ed arresa cerca la grazia di Krishna per coltivare una relazione con Lui.
Quindi  l'abilità che viene invocata nell'ultima strofa del poema - dal poeta attraverso Pingala - è al fine di eseguire il servizio devozionale, la capacità di agire con bhakti attraverso i suoi 9 angas. Questa è l'abilità che il Signore concede quando è compiaciuto con il bhakta, affinche' possa  conoscerLo, pensarLo ed amarLo, perché concedere il seme della bhakti non implica necessariamente avere la capacita' di eseguirla. 
SD 2.9.32 "Con la mia misericordia che tu [Brahma] possa conseguire la perfetta realizzazione di qualsiasi dimensione, intenzione, forma, qualità e passatempo che Io [Krishna] manifesto".

Uddhava Gita 2.23-26 "Una notte, la prostituta si vestì in modo attraente e si sedette fuori dalla sua casa, in attesa dell'arrivo di un amante.
Prima di tutto, questa prostituta voleva disperatamente ottenere del denaro e per quello scopo si fermò sul ciglio della strada a guardar fisso tutti gli uomini mentre passavano ... Pensò: "Quest'uomo sembra ricco e sono sicuro che gli piacerebbe divertirsi con me. " In questo modo, valutò tutti gli uomini che passavano andando oltre. [...] Il suo unico mezzo di supporto era la sua professione di prostituta, e quindi pensò con ansia: "Forse quest'uomo godrà della mia compagnia. Sembra che abbia molti soldi. Ecco un altro uomo che pagherà sicuramente per il mio amore, ahimè, quest'uomo non si è fermato ma qualcun altro sta arrivando ora, che sicuramente vorrà pagarmi per il mio amore. " [...]Essendo molto ansiosa, a volte usciva in strada e poi tornava di nuovo a casa sua. In questo modo passò la notte. "

Volti,
volti che passano rapidamente
frettolosamente,
la mia infelicità passerà
~ ma soltanto domani,
ed entro nella notte
di un dolore palpabile
 ansiosa che qualcuno venga
a pagare il mio amore
che do a tutti
con le pene e le speranze
del mio cuore;
forse ... quel tale  viene verso di me ...
       si', vendo  la mia arte,     (1)
indosso piaceri sensuali
          come  tatuaggi sulla pelle (2)
che offro a chiunque
voglia essere un re
per una notte, ed io ...
la sua favorita,
non conosco altra felicità,
solo un fugace rimedio per l'angoscia  (3)
non conosco altro modo di dar gioia
che il mio corpo,
e cosi' vendo la mia miseria
solo per una notte
forse cosi' vien meno l'altrui solitudine
          ma non la mia,       
a nessuno interessa il  cuore
di un vagabondo,
che importuna mendicando!
       oh quel tale ora sembra ....  (4)
per caso si sente solo?
Vendo il mio triste cuore,
non ho nient'altro,
accenno un sorriso
 ad occhi che non guardano...
 folle di volti affollano le mie notti
solo grigie maschere,
stanotte,
l'alba verrà
ed ancora la mia frustrazione,
ed il residuo
delle ombre di questa notte
rimarra' sotto i miei occhi;

cupa, ansiosa e delusa
guardo a questa strada di illusioni
dove è nata la mia speranza
e ripetutamente morta la mia ambizione, (5)
acciottolata di delusione,
il lamento ha cadenzato i miei passi
desiderosa di servire uomini insignificanti,
vedo la trappola di questa follia,
con l' anima intorpidita dalla malinconia,
il disgusto si insinua in me 
per le ambite ricchezze
e sogni banali,
ora indifferente
per la grazia di Hari, il Signore, 
un insolito sollievo
          fiorisce in un sorriso dentro di me,   (6)
O vero amante nel mio cuore!
Non sprecherò invano
i miei sforzi d'amore,
mai più a coloro che sono indegni,
 Tu, O Fonte di Amore,
concedimi  la capacità di accettare
          sul mio capo questo Tuo favore    (7)
per conoscerTi ed amarTi.
E rasserenata chiudo
per sempre l'uscio
senza ulteriore indugio.


1) Uddhava Gita 2.32 Ppt "L'arte di suscitare lo spirito di godimento si chiama sanketya vrtti, e implica l'impiego di gesti e movimenti sensuali, l'impiego di quest'arte è uno dei modi peccaminosi per guadagnarsi da vivere".

2) Uddhava Gita 2.23 Comm. "Vestendosi in modo seducente e muovendosi con fare sensuale, la prostituta, Pingala, attraeva i suoi amanti."

3) SBMM 8.13 [...] La felicità in questo mondo non è in realtà la felicità; è solo un rimedio per l'angoscia.
4) Uddhava Gita 2.25-26 "Mentre Pingala era sulla soglia della sua porta, molti uomini la passavano accanto, il suo unico mezzo di supporto era la sua professione di prostituta e così pensò a sua volta
" Forse quest'uomo apprezzerà la mia compagnia ... "

5) Uddhava Gita 2.28 Comm. "Pingala pensò, 'Le mie ambizioni sono la causa della mia schiavitù materiale'"

6) Uddhava Gita 2.27 "Piena di ansia e profondamente delusa, inizio' a provare un senso di distacco dalla sua situazione, così che una sorta di felicità si manifesto' nella sua mente."
SB 2.9.37 Ppt "Questo distacco dal mondo sensoriale è chiamato lo stadio di realizzazione del brahma-bhuta, lo stadio preliminare della vita devozionale trascendentale (para bhaktih)."
Per cui le situazioni difficili possono tramutarsi in opportunita' per coltivare il distacco.

 7) SD 2.7.42 Comm. "Solo la persona a cui il Signore mostra misericordia dicendo:" Che questa persona mi conosca " attraversa l'oceano di maya e conosce il Signore.

*** Dal seguente commento di Visvanath C. Thakura si evince che Pingala sia realmente esistita: UG 2.37 Comm.
"Alcune autorità istruite hanno detto che quando Dattatreya è venuto a casa di Pingala, lei gli ha detto:" O saggio, cosa ho fatto per avere la fortuna di vederti? Oggi hai benedetto misericordiosamente la mia casa. Per favore, vieni a ristorarti con cibo ed acqua e poi a riposarti un po '. "
Infatti, , Pingala ripuli' anche il suo cortile quando Dattatreya giunse lì, per  sua dolce volontà."

Nei precedenti versi di questo stesso capitolo si dice che Pingala risiedesse nella città di Videha. Ho potuto solo scoprire che Videha si trovava nell'area, che ora corrisponde al Bihar/Bengala Occidentale,  anche ai tempi del regno di Panchala (Mahabharata), ma i versi del Bhagavatam recitano: "O figlio di re, molto tempo fa, viveva una prostituta di nome Pingala che risiedeva nella città di Videha. ".  Quindi probabilmente Videha esisteva anche in tempi anteriori a quelli che ambientano il Mahabharata.


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