![]() |
https://www.youtube.com/watch?time_continue= 54&v=NMrRzDJ3Wuc |
Pingala è una prostituta. Ciò
potrebbe sollevare la domanda del lettore su cosa si puo' ottenere ascoltando
una poesia che descrive l'avidità e la vita miserabile di una prostituta, ma la
storia di Pingala è raccontata da Lord Krishna ad Uddhava e gli Sastra così ci istruiscono
su questo tipo di narrazione: Itihasa-samucchaya: [SD 3.5.12 Comm.] "Quale risultato si può ottenere descrivendo la lussuria degli uomini
lussuriosi e l'avidità degli uomini avidi, eccetto mandarli nell'oscurità di un
pozzo? Nel Mahabharata, la lussuria e l'avidità sono descritte per purificare
il cuore della gente, e sono inoltre condannati da storie con puro significato.
Altrimenti, perché il Vyasa più misericordioso ed erudito ha descritto la
lussuria e l'avidità, causa di condizionamento nella terribile esistenza
materiale? "
Pingala è solo una delle sedici
storie che un brahmana avadhuta
racconto' a Re Yadu.
Ogni storia è una lezione sulla
vita materiale e Krishna ripropone l'intera narrazione a Uddhava ~ nella
sezione del Bhagavatam (11 ° Canto) chiamata "Uddhava Gita" ~ durante
le sue ultime istruzioni prima di chiudere i Suoi passatempi sulla Terra. Pertanto
e' così propizio e benefico ascoltare ed
imparare da questa storia.
L'ambizione di Pingala, causa del
suo condizionamento e dei suoi implacabili desideri, la portano ad aspettare
con ansia ogni notte sul ciglio della strada. La descrizione dello scorrere dei
suoi pensieri e stato mentale rivelano l'ignoranza e la psicologia delle entità
viventi nel mondo materiale, la mentalità delle anime attratte ed intrappolate nei loro desideri e nella loro
falsa identità (ego).
Dietro la sua ambizione di
guadagnare ricchezza e di concedersi un piacere sensuale, c'e' un'ambizione più
grande che e' la radice egoistica della vita materiale per cui tutti credono
di essere gli artefici, come se fossero indipendenti da qualsiasi volontà
superiore, accentrati sui propri desideri trascorrono questa vita umana
servendo ciecamente persone indegne e
degradate, a loro volta incapaci di soddisfare i loro stessi desideri.
La jiva non ha energia da sola e solo quando arriva ad accettare la
sua dipendenza dal Signore si avvicina a Lui per la bhakti.
È così che finisce la storia di
Pingala, con la sua illuminazione ed arresa cerca la grazia di Krishna per
coltivare una relazione con Lui.
Quindi l'abilità che viene invocata nell'ultima strofa
del poema - dal poeta attraverso Pingala - è al fine di eseguire il servizio
devozionale, la capacità di agire con bhakti attraverso i suoi 9 angas. Questa è l'abilità che il Signore
concede quando è compiaciuto con il bhakta, affinche' possa conoscerLo, pensarLo ed amarLo, perché
concedere il seme della bhakti non
implica necessariamente avere la capacita' di eseguirla.
SD
2.9.32 "Con la mia misericordia che tu [Brahma]
possa conseguire la perfetta realizzazione di qualsiasi dimensione, intenzione,
forma, qualità e passatempo che Io [Krishna] manifesto".
Uddhava
Gita 2.23-26
"Una notte, la prostituta si vestì in modo attraente e si sedette fuori
dalla sua casa, in attesa dell'arrivo di un amante.
Prima di tutto, questa
prostituta voleva disperatamente ottenere del denaro e per quello scopo si
fermò sul ciglio della strada a guardar fisso tutti gli uomini mentre passavano
... Pensò: "Quest'uomo sembra ricco e sono sicuro che gli piacerebbe
divertirsi con me. " In questo modo, valutò tutti gli uomini che passavano
andando oltre. [...] Il suo unico mezzo di supporto era la sua professione di
prostituta, e quindi pensò con ansia: "Forse quest'uomo godrà della mia
compagnia. Sembra che abbia molti soldi. Ecco un altro uomo che pagherà
sicuramente per il mio amore, ahimè, quest'uomo non si è fermato ma qualcun
altro sta arrivando ora, che sicuramente vorrà pagarmi per il mio amore. "
[...]Essendo molto ansiosa, a volte usciva in strada e poi tornava di nuovo a
casa sua. In questo modo passò la notte. "
Volti,
volti che passano rapidamente
frettolosamente,
la mia infelicità passerà
~ ma soltanto domani,
ed entro nella notte
di un dolore palpabile
ansiosa che qualcuno venga
a pagare il mio amore
che do a tutti
con le pene e le speranze
del mio cuore;
forse ... quel tale viene verso di me ...
si', vendo la mia arte,
(1)
indosso piaceri sensuali
come tatuaggi sulla pelle (2)
che offro a chiunque
voglia essere un re
per una notte, ed io ...
la sua favorita,
non conosco altra felicità,
solo un fugace rimedio per
l'angoscia (3)
non conosco altro modo di dar
gioia
che il mio corpo,
e cosi' vendo la mia miseria
solo per una notte
forse cosi' vien meno l'altrui solitudine
ma non la mia,
a nessuno interessa il cuore
di un vagabondo,
che importuna mendicando!
oh quel tale ora sembra .... (4)
per caso si sente solo?
Vendo il mio triste cuore,
non ho nient'altro,
accenno un sorriso
ad occhi che non guardano...
folle di volti affollano le mie notti
solo grigie maschere,
stanotte,
l'alba verrà
ed ancora la mia frustrazione,
ed il residuo
delle ombre di questa notte
rimarra' sotto i miei occhi;
cupa, ansiosa e delusa
guardo a questa strada di
illusioni
dove è nata la mia speranza
e ripetutamente morta la mia
ambizione, (5)
acciottolata di delusione,
il lamento ha cadenzato i miei
passi
desiderosa di servire uomini
insignificanti,
vedo la trappola di questa
follia,
con l' anima intorpidita dalla
malinconia,
il disgusto si insinua in me
per le ambite ricchezze
e sogni banali,
ora indifferente
per la grazia di Hari, il
Signore,
un insolito sollievo
fiorisce in un sorriso dentro
di me, (6)
O vero amante nel mio cuore!
Non sprecherò invano
i miei sforzi d'amore,
mai più a coloro che sono
indegni,
Tu, O Fonte di Amore,
concedimi la capacità di accettare
sul mio capo questo Tuo favore (7)
per conoscerTi ed amarTi.
E rasserenata chiudo
per sempre l'uscio
senza ulteriore indugio.
1) Uddhava Gita 2.32 Ppt "L'arte di suscitare lo spirito di
godimento si chiama sanketya vrtti, e implica l'impiego di gesti e movimenti
sensuali, l'impiego di quest'arte è uno dei modi peccaminosi per guadagnarsi da
vivere".
2) Uddhava Gita 2.23 Comm. "Vestendosi
in modo seducente e muovendosi con fare sensuale, la prostituta, Pingala, attraeva
i suoi amanti."
3) SBMM 8.13 [...] La felicità
in questo mondo non è in realtà la felicità; è solo un rimedio per l'angoscia.
4) Uddhava Gita 2.25-26 "Mentre
Pingala era sulla soglia della sua porta, molti uomini la passavano accanto, il
suo unico mezzo di supporto era la sua professione di prostituta e così pensò a
sua volta
"
Forse quest'uomo apprezzerà la mia compagnia ... "
5) Uddhava Gita 2.28 Comm. "Pingala pensò, 'Le mie ambizioni sono la causa della mia schiavitù materiale'"
6) Uddhava Gita 2.27 "Piena di ansia e profondamente delusa, inizio'
a provare un senso di distacco dalla sua situazione, così che una sorta di felicità
si manifesto' nella sua mente."
SB
2.9.37 Ppt
"Questo distacco dal mondo
sensoriale è chiamato lo stadio di realizzazione del brahma-bhuta, lo stadio
preliminare della vita devozionale trascendentale (para bhaktih)."
Per cui le situazioni difficili
possono tramutarsi in opportunita' per coltivare il distacco.
7) SD 2.7.42 Comm. "Solo la persona a cui il Signore mostra
misericordia dicendo:" Che questa
persona mi conosca " attraversa l'oceano di maya e conosce il Signore.
*** Dal seguente commento di
Visvanath C. Thakura si evince che Pingala sia realmente esistita: UG 2.37
Comm.
"Alcune autorità istruite
hanno detto che quando Dattatreya è venuto a casa di Pingala, lei gli ha
detto:" O saggio, cosa ho fatto per avere la fortuna di vederti? Oggi hai
benedetto misericordiosamente la mia casa. Per favore, vieni a ristorarti con
cibo ed acqua e poi a riposarti un po '. "
Infatti, , Pingala ripuli'
anche il suo cortile quando Dattatreya giunse lì, per sua dolce volontà."
Nei precedenti versi di questo
stesso capitolo si dice che Pingala risiedesse nella città di Videha. Ho potuto
solo scoprire che Videha si trovava nell'area, che ora corrisponde al Bihar/Bengala
Occidentale, anche ai tempi del regno di
Panchala (Mahabharata), ma i versi del Bhagavatam recitano: "O figlio di re, molto tempo fa, viveva una
prostituta di nome Pingala che risiedeva nella città di Videha. ". Quindi probabilmente Videha esisteva anche in
tempi anteriori a quelli che ambientano il Mahabharata.
No comments:
Post a Comment