Monday 29 October 2018

FRECCE di AMORE

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SD 1.9.38 "O Krishna! Lascia che il mio unico obiettivo 
sia Mukunda, che, afflitto dalle mie affilate frecce, con l'armatura spezzata, coperta di sangue, si precipitò verso di me, il suo nemico, con grande forza, per uccidermi".

Per quanto questo passatempo di Krishna e Bhismadeva abbia anche lo scopo di sconcertare le menti mondane, apporta grande estasi e ispirazione ai devoti.
Quindi questo poema è stato ispirato dal prisma di rasas di queste pagine del Bhagavatam (1 Canto), che, come per Arjuna, rivelano la devozione, il sentimento di Bhismadeva, lasciando cadere il carattere del personaggio dedito unicamente al dharma del Mahabharata e ne svela la pura devozione con una sintesi  di servizio e rasa in un sentimento di cavalleria.

Questo è il momento in cui Krishna fa conoscere al mondo la grandezza, la gloria e la devozione di Bhismadeva, recandosi da lui che giace su un letto di frecce : -

BRS 2.1.134 "... poiche' Bhisma Lo ricordo' mentre giaceva su un letto di frecce affilate, Egli [Krishna] apparve immediatamente, non controllandoSi, si precipitò verso Bhisma dimentico della Sua posizione Divina di Dio, il Suo corpo bagnato da un diluvio di lacrime."
Tali erano i sentimenti di Krishna per Bhisma e con il Suo senso di giustizia, Krishna fa in modo che le personalità  a Lui care e devote non lascino questo mondo in uno stati di disgrazia (infatti  Bhismadeva stava combattendo dalla parte del Kalik Duryodhana), e cosi' facendo Krishna si assicura che Bhisma venga riconosciuto per la sua devozione dagli astanti e dalle genti future, perché la bhakti è l'unico parametro di gloria di un Vaisnava.

Bhisma, dopo aver dato le sue istruzioni sul dharma a Yudhisthira,  ultimo dovere da assolvere in questo corpo, ora è pronto a lasciare questa vita terrena, per di piu' essendo anche un momento astrologico propizio. 
Nella storia, come riportataci dal Bhagavatam,  Bhisma inizia a parlare con Krishna e lo vede con una forma a quattro braccia, ma immediatamente nel verso successivo, Bhisma  ricorda Krishna come l'amico ed auriga di Arjuna, facendo trasparire di esser entrato nella sua piu' profonda coscienza. Per evidenziare questo  momento lo sloka dice che Bhisma si è "separato" dal suo corpo. 

Quindi, volendo mantenere nella poesia la rivelazione di questo passaggio, ~ nella prima porzione del poema, Bhisma parla a Krishna direttamente che era li' presente dinnanzi a lui, ma nei restanti versi  Bhisma sta vedendo Krishna nella forma che lui ha piu' amato, quella che e' nel suo cuore ~ quindi per marcare questo passaggio dalla coscienza esterna a quella interiore, Bhisma parla di Krishna in terza persona, essendo completamente assorto in smarana meditativo su Krishna, l'Auriga di Arjuna.



Adesso 
        che i cieli ed io     (1) 
siamo pronti per questa vita
di volgere al fine,
Tu sei venuto qui
e il mio letto di frecce
mi sembra di petali,
sono infine libero
dalla gioia e dai dolori
                                dai giuramenti e dalla fatica;                 (2)           
nel bagaglio di questo viaggio di vita
non vi e' altro, ma questi pensieri
da offrire a Te,
poiche' il mio desiderio più intimo
è infine qui
dinnanzi ai miei occhi,
anche se la mia mente assorta
                       vede sempre l'Auriga di Arjuna.             (3)

Finalmente posso tuffarmi
nelle onde dell'amore
             che mareggia senza fine nel mio cuore           (4)
per quella visione di Lui
come Lo vidi
  seduto innanzi,  
                                      l'Auriga del carro di Arjuna,                   (5)              
con in mano le redini e la frusta,
in un etere di fuoco
avvolto dalla lucentezza dell'armatura
le sue vesti  color giallo acceso
sventolanti 
come vessilli di ardore,
i capelli fluttuanti
sferzati dal vento,
e Lui, accigliato nella concentrazione
il suo volto infiammato
dallo sforzo, dalla tensione, dal sudore,
 vigoroso, rapido, tenace,
                             Lui, l'Auriga di Arjuna,                      (6)   
un conforto per il mio cuore gravato,
il Suo sguardo li rese tutti liberati,
nessuno in Sua presenza
                   potrebbe mai esser danneggiato.         (7)


E poi Lo attaccai!
spinto dal mio cuore cavalleresco 
                 armato del desiderio della mia anima,           (8)     
per la dolcezza di quella lotta,
il sole infiammo' il cielo
si riflesse nei suoi occhi adirati,
sotto una pioggia di frecce,
              rinunciando tosto al futile giuramento         (9) 
per onorare il mio voto 
e il suo voto d'amore,
 glorioso, infuriato, scese
a difesa del suo amico Arjuna; 
con un gesto intenso getto'
il suo splendente manto
si scaglio' verso di me, 
brandendo una ruota,
furioso, energico e feroce,
le ciocche ricoperte di polvere,
appiccicate, arruffate, rossicce, ardenti,
 l'armatura ammaccata, resa scarlatta
dalle ferite da me inflitteGli, 
eppur le portava indosso 
come pegni di amore.
La sua pelle era umida, sudata, arrossata,
sotto il peso di quell'arma improvvisata;

rimasi incantato, sbalordito, colpito,
lasciai cadere il mio arco e le mie braccia,
 ogni molecola del mio cuore
assaporo' ogni istante di quella Sua corsa
                  e niente vi fu piu' ...              
                     quella forma di dolcezza                 (10)
mai piu' mi abbandono'
fu una ragione per vivere
                          ed ora ... quella del mio morire;           (11)           
molte altre vite verranno,
non importa il ruolo che rivestiro',
per il perituro dharma,
infine esistero' sempre
per scagliare quelle frecce d'amore 
servendo l'Auriga di Arjuna.





(1) SD 1.9.29 "Il tempo che segnava lo uttarayana giunse, ed era il momento desiderato da Bhisma, il quale aveva oramai finito di parlare di dharma, siccome egli poteva scegliere quando morire ." Uttarayana è il momento propizio per la partenza dello yogi - come da BG 8.24 -quando il sole viaggia sul percorso settentrionale dell'orbita celeste. Bhisma dotato del potere di scegliere quando morire aveva atteso questo specifico momento astrale.

(2) SD 1.9.30 "Allora fermandosi dal parlare di altri temi, con gli occhi ben aperti, Bhisma, [...] si concentro' su Krishna, libero da ogni attaccamento materiale, sulla persona originale, vestita con una brillante veste gialla, con quattro braccia, in piedi davanti a lui. "
Libero dall'attaccamento materiale significa libero da dualità, questo rivela lo stato liberato di Bhisma. ora libero anche dal suo giuramento e dalla fatica del combattimento. . Non c'è rinascita per chi non ha un corpo sottile, infatti nel successivo sloka (nota 3) affermando che Bhisma ha già lasciato il suo corpo prima di iniziare a parlare, si allude alla dissoluzione del suo corpo sottile che avviene in questo stesso corpo per gli yogi avanzati.

(3) SD 1.9.31 "Come Bhisma, libero da ogni sofferenza inconscia dalla sua pura concentrazione, libero dalla fatica fisica dal combattere e libero dai sensi erranti dallo sguardo di misericordia di Krishna, lasciò il suo corpo, cominciò a lodare Krishna."
Lasciare il corpo in questo sloka segna il passaggio dalla coscienza esterna alla coscienza interiore, infatti Bhisma ora inizierà a parlare in un sentimento di pura bhakti, la sua mente assorta nella forma di Krishna come l'Auriga di Arjuna e assaporando completamente il suo rasa cavalleresco.

(4) SD 1.9.34 "Possa la mia mente concentrarsi su Krishna, il cui volto era decorato con i capelli coperti dalla polvere sollevata dai cavalli ..." In questa seconda parte del poema Bhisma sta ricordando Krishna in quella forma che gli ha inebriato il cuore, la' sul campo di battaglia di Kurukshetra, quella visione che era divenuta la sua piu' profonda meditazione.

(5) SD 1.9.35 "Vorrei avere prema per il conducente del carro di Arjuna ..." Bhisma era felice di aver avuto un tale vantaggio nel vedere Krishna, in quanto nemmeno Arjuna aveva questa visione davanti ai suoi occhi. Per evidenziare questo nel verso il poeta evidenzia  la posizione di Krishna che era "innanzi", quindi che dava le spalle ad Arjuna. Segue poi la descrizione di questa visione e tutti i dettagli che suscitano il sentimento e il rasa del cuore cavalleresco di Bhisma.

(6) Questa descrizione rivela il sentimento unico del devoto, che comprendendo la grandezza del Signore e vedendoLo impegnato apparentemente nelle stesse fatiche e con le stesse reazioni fisiche delle attività umane, sente ricambiato il suo sentimento in modi meravigliosi ed è preso dall'amore estatico. Questo è un aspetto della discesa del Signore, la gioia che Egli dona ai suoi devoti e allo stesso tempo che disorienta i demoni i quali continuano a percepirlo come un ordinario essere umano.
SD 1.12.11 "Il Signore mantiene la sua reputazione di essere affettuoso con i suoi devoti, in modo inconcepibile , ed anche ladro ..."
Il Signore in qualsiasi forma Si manifesta per i Suoi devoti che Lo desiderano, tra le Sue uniche e speciali qualità  mostra sempre quella di essere un "ladro", dal momento che Egli entra nella mente dei Suoi devoti per rubare il loro cuore.

(7) In queste tre righe Bhisma esprime il conforto che ha ricevuto vedendo il Signore davanti ai suoi occhi durante la battaglia poiche' Bhisma ha dovuto combattere dalla parte del malefico Duryodhana, ma non fu mai confuso riguardo al fatto che Krishna fosse Dio, la Persona Suprema, dal momento che fu in grado di vedere, che tutti coloro che furono toccati dal Suo sguardo, ottennero la liberazione.
Questa percezione di Bhisma lo pone quasi al di sopra dei Pandava, che a volte erano caduti nel lamento di aver ucciso gli amici ed i parenti. ma Bhisma dimostra di esser dotato di equanime visione (sama), la stessa del Signore, per cui comprende che non vi erano reali nemici o amici per il Signore e questo è espresso dalla strofa "... in Sua presenza nessuno puo' mai esser danneggiato ".

(8) Questa è la terza parte del poema e Bhisma inizia a parlare del suo sentimento cavalleresco, mentre nelle parti precedenti era prominente il suo rasa di dasya (servizio) in sentimento di riverenza  per le opulenze inestimabili di Krishna. Con il suo impeto cavalleresco attacca Arjun con l'intento di far sì che Krishna rompa il suo voto di non prender parte attiva nella battaglia, così da soddisfare il suo desiderio di combattere con Lui.

(9) Krishna decide, sotto il feroce attacco delle frecce di Bhisma, di rinunciare al Suo giuramento di non combattere, che aveva fatto a Duryodhana e per questo definito in questo verso "futile", in quanto e' una promessa fatta ad una personalità materialista ed empia. In questo modo anche il giuramento di Bhisma per tutta la vita a suo padre ora può essere classificato come inutile, in quanto fu fatto per soddisfare la lussuria di suo padre. 
Ma ora Krishna vuole mantenere le promesse che contano davvero sia quella in cui Lui Stesso ha promesso di proteggere Arjuna e il suo carro per amore ed amicizia, sia la promessa di Bhisma di combattere fino a far infrangere il Suo stesso giuramento al fine di combattere contro di Lui. Quindi Krishna per amore del suo devoto mette la promessa di Bhisma davanti alla Sua. Tanto piacere reca  l'amore dei Suoi devoti a Krisna. E nel modo trascendentale in cui  Lui  riesce sempre ad agire, Krishna soddisfa contemporaneamente due diverse  e altresi' contrastanti promesse.
Ora avviene la descrizione più meravigliosa di Krishna in questo passaggio del Bhagavatam, che indossava le ferite, le macchie di sangue, le perle di sudore per il pieno piacere e per l'amore del Suo devoto in un sentimento di cavalleria.  Questo è il più alto momento estatico in questo scambio di rasa.

(10) Bhisma rivela i suoi passatempi eterni con il Signore ed anche la sua stessa realizzazione di aver sempre agito nel servizio al Signore, per raggiungere questo climax dove la loro relazione eterna e il suo servizio eterno è tutto ciò che esiste, tutto il resto è la trasformazione della realtà peritura. Bhisma tornerà ancora ed ancora a servire il Signore in ruoli diversi, ma tutto solo al fine di scambiare il suo amore con Lui in questo sentimento cavalleresco.


(11) SD 1.9.38 Comm. "Desidero morire ora, poiche' dopo la morte vedrò costantemente quella dolcezza".

PROLOGO - Nello scrigno del Cuore





Vol. SBB III cap. 5.91
[Sri Narada parla] - "Per favore ascoltami, caro amico, la mia lingua freme eccitata dalla voglia di parlare, ora ti rivelero' un gioiello che ho tenuto a lungo conservato nello scrigno del mio cuore".



In queste pagine
come nei scrigni
ci sono gemme
di amore e delle sue storie
incastonate in rime dorate,
cantate da anime liberate.
Ispirata le ho infilate
ne ho fatto monili  e pendagli
per adornare gli orecchi di coloro
tanto desiderosi di ascoltare,
come se tormentati da
una sete inestinguibile.

Attratta dallo splendore
dei canti simili a gemme preziose
che grandi saggi hanno rivelato,
una luce si e' accesa
nella caverna del mio cuore
e ispirata,
ho scavato per estrarre
molte più pietre preziose
cercando la via dell'amore.

Cari lettori, per favore perdonate
se sono ancora grezze
e hanno qualche imperfezione,
ma ponendole 
in questo portagioie
accanto a quelle dei Mahajanas
potrebbero rifletterne lo splendore
e raggiungere
lo scrigno prezioso nel vostro cuore.